E se dicessi di no? (Prima parte: Lei)

3 Novembre 2018

Ha fatto di tutto per evitare il suo sguardo, si è girata verso l’amica, ha sorseggiato il cocktail rosa cupo a occhi bassi, ha finto di cercare un fazzoletto nella borsa, ha controllato almeno tre chat sul cellulare, ha risposto a due.
Ma ora le si è piazzato di fronte: testa di lato, busto in avanti, braccio proteso, palmo aperto, dita distese, pollice che vorrebbe chiudere la sua mano come un granchio chiude le chele.

«Te la senti?» dice. Lui sfoggia un sorriso, una camicia bianca, una giacca a costine di velluto marrone autunno-scarico.
“Te la senti”, ha detto davvero così?
Ha detto così.

Lei abbozza uno sguardo mezzo sorpreso, una mezza torsione del collo, un movimento del piede mezzo in avanti. È quel punto del film in cui il tempo si dilata e nella mente del personaggio sfrecciano le immagini di tutte le reazioni possibili.

Dal tavolino aveva osservato la pista facendo una rapida ricognizione dei presenti: con tre di loro avrebbe preferito non ballare. Uno, la volta precedente, le aveva fatto male tentando una sacada in cui invece di puntare allo spazio tra i suoi passi, le aveva clamorosamente centrato il malleolo. Un altro aveva parlato e parlato e parlato per l’intera tanda. L’ultimo si era incaponito a guidarle un movimento che non le riusciva. Di ganci in aria ce n’erano abbastanza, serviva proprio anche il suo?
Il terzo di questi uomini le ha appena chiesto di ballare. Le ha chiesto se se la sente.

«Forse dovresti dire di sì», le suggerisce una parte di lei. Per quali motivi? Beh, vediamo: scarsità di offerta (la fauna maschile è in minoranza), gentilezza con il prossimo, tatto, vergogna, mancanza di coraggio, timore di deludere, poca voglia di (nell’ordine): discutere, affrontare la sua faccia, sopportare la responsabilità di una risposta negativa.

«O forse dovresti proprio dire di no», dice l’altra parte di lei. Per quali ragioni? Beh, vediamo: è tanto tanto (tanto) sudato, è appena partita una milonga che lui è convinto di ballare a meraviglia, quando non fa che saltellare imbevuto in quella sua giacca color marroncino-autunno-andato-a-male, saltella saltella e non è preciso sulla pressione a terra, si rischia di cadere ad ogni istante, stringe forte ma senza amore, non lascia lo spazio, guida gli ocho tenendo la donna appiccicata al fianco, trascina la ballerina in azzardi coreografici in cui lei non si sente a proprio agio.
Forse no. Forse non me la sento.

In quell’inquadratura del film in cui un secondo dura un’ora, lei valuta le conseguenze dell’eventuale rifiuto. Se dico di no, che succede? «Puoi scegliere» le dice la voce, «finisci nella lista nera, nella lista delle donne-affronto, nella lista delle donne che l’hanno fatto soffrire, nella lista delle donne che tanto non gliene frega niente. Con ogni probabilità ti toglierà il saluto, faticherà a rivolgerti uno sguardo amichevole, ti eviterà, non riproverà ad avvicinarti, forse parlerà male di te. Dirà: chi si crede. Dirà: tanto l’avevo invitata solo per cortesia».

E se dico di sì che succede?
«Vai contro il tuo corpo».
Vado contro il mio corpo?
«Sì, non farà che protestare. Tu ti arrabbierai con lui, poi ti arrabbierai con te stessa».
Mi arrabbierò con me stessa.
«Perché avresti potuto dire di no, ma non l’hai fatto».
Non sempre le scelte sono reali. A volte non si ha scelta.
«Le scelte sono sempre reali».

Lo sguardo mezzo sorpreso si distende in un sì-finto-felice, la mezza torsione del collo si raddrizza sul busto, il piede mezzo in avanti fa perno e accoglie il peso del corpo.
Camminano fino alla pista, lui la stringe ma senza amore, inizia a saltellare. Lei si maledice.
Ma Giglio Pabidoro una volta le ha detto che dentro tutti noi c’è una regina. E la regina brilla ed è fiera anche in mezzo al disastro. Nel tango non va sprecato neanche un passo.
Se non puoi ballare con lui, balla con la musica.

 

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Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!

Commenti

Hanno lasciato un commento su “E se dicessi di no? (Prima parte: Lei)”

  • LA VITA E(‘) UN TANGO…..
    …….
    Si parlava di sogni con Isabella, la mia parrucchiera di Rimini (una delle mie fans più fedeli 🙂 ). “Mi piacerebbe imparare a ballare il tango argentino” dicevo mentre la maschera ammorbidiva i capelli arsi dal sole. “Impara allora. La mia amica va da un bravo insegnante. Si chiama Alex. Ti faccio dare il numero. Prova!” Sembrava la cosa più facile del mondo! “Pronto Alex? Ho un sogno ma non so ballare e non ho un partner. Cosa devo fare?” “Ciao, nessun problema. Ti aspetto giovedì a Riccione. Provi e poi decidi”. Tutto qui? Ho aspettato così tanto tempo e bastava andare a farmi una piega per realizzare un sogno? Perché ora? “Tutto accade quando deve accadere” e ancora non potevo sapere cosa mi aspettava dietro la porta di quella sala da ballo.
    Se non hai un partner fisso, devi prima di tutto accettare che stai abbracciando uno sconosciuto e in quell’abbraccio, per chi sa leggere, tu diventi un libro aperto. “Sei una donna che vuole avere tutto sotto controllo, pianifichi, studi chi ti sta di fronte e anticipi gli eventi. Pensi sempre e difficilmente ti rilassi. In più non ti fidi. Soprattutto degli uomini.” Dopo 10 secondi di abbraccio una sintesi da seduta psicoanalitica pluriennale. E ancora “Tu pensi troppo e non ascolti. Qui non devi pensare ma solo ascoltare. Io ti parlo con il corpo, comunico con te e tu devi solo imparare ad ascoltare. Se ascolti puoi ballare senza conoscere il passo. Non anticipare o cercare di capire prima. Ascolta! Sono io che scelgo cosa fare e te lo propongo. Tu esegui con la grazia, l’eleganza e la bellezza che la donna sapiente del tango aggiunge in ogni suo gesto”. Le mie certezze sgretolate… non mi sentivo per niente sapiente… E infine “In una milonga l’uomo invita la donna dopo che ha capito, con la mirada, che lei è d’accordo…vai col cabeceo. Può succedere che in tutta la serata nessuno ti inviti e tu rimarrai seduta a guardare quanto hai ancora da imparare….” La mia autostima a pezzi…. Impietosamente : “Rimani sul tuo asse su una gamba e libera l’altra. La gamba libera è mia e io la mando dove voglio” Espropriata di una parte del mio corpo…. “Per ballare devi cercare la connessione….” Ma io voglio un uomo non un wifi!!!! Cosa ci faccio qui? Potrei cortesemente cambiare sogno e scordarmi il tango argentino? Come fa un ingegnere qualsiasi a non pensare, a non anticipare e a rilassarsi? Come fa un ingegnere bionda a rischiare di essere ignorata tutta la sera da uomini che, salvo rare eccezioni, sono molto lontani da quell’Antonio Banderas in “Ti va di ballare?” o da Richard Gere in “Shall we dance?” Perché devi fare quello che vuoi con la MIA gamba? Un’altra sfida, l’ennesima…. Un confronto con la mia fragilità che è anche la mia forza, una lotta tra il controllo e la fiducia, tra le certezze granitiche di un ingegnere con il suo metodo e l’inspiegabile complicità di due sconosciuti che in un abbraccio si parlano, si ascoltano e miracolosamente si capiscono. Vivi per quel miracolo, studi per quel miracolo… e poi una sera qualunque ti ritrovi in una Piazza Duomo gremita di gente a ballare con Roberto Herrera…. Chiudi gli occhi e vorresti fermare il tempo… ritrovi il senso della Vita che cercavi in quell’abbraccio…. “Maestro le gambe tremano un po’” “Non preoccuparti…seguimi…” L’emozione non ha voce ma è nelle note di quell’attimo fatato… Grazie Alex!
    Il miracolo del tango inizia e finisce qui. Un abbraccio, un’intesa di pochi minuti, una tanda. In mezzo, un mondo di emozioni, di stili, di codici silenziosi, di ruoli definiti e finalmente chiari. Tu, uomo, proponi e guidi. Ascolti per capire se hai comunicato correttamente. Io, donna, ascolto, eseguo ed abbellisco. Se sbaglio è colpa tua che non hai “marcato” correttamente. Siiiiii!
    A parte il problema che ci sono pochi uomini (ma dove diavolo siete tutti? Possibile che vi trovo solo nei Consigli di Amministrazione o dalla mia estetista?) e ti ritrovi a sperare che a quella dall’ocho perfetto che non si siede mai vengano i crampi, la milonga è una vera palestra di Vita. Il Tango è un sogno ed è vietato calpestare i sogni. Il Tango è Vita e nella nostra Vita pretendiamo il meglio! Ci siamo vestite, profumate, ci sentiamo belle e desiderabili… e allora impariamo anche a dire un semplice, dirompente, liberatorio, autorevole, orgoglioso, deciso e indiscutibilmente chiaro “NO” a chi non vogliamo che diventi parte del NOSTRO sogno.

    Rispetto per la donna, galanteria, complicità, attenzione ai dettagli, concentrazione, fiducia, ascolto, comunicazione, sincronia, eleganza, bellezza… grande autostima, guardarsi dentro e diventare migliori… un momento d’emozione da rendere perfetto…come la Vita… la Vita e(‘) un Tango….olé…

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