Gambe di legno

10 Luglio 2018

Nina è moldava e balla il tango da nemmeno un mese. A fine lezione torna in spogliatoio con lo sguardo di chi ha toccato un sogno senza romperlo. Nina dice: «Ah, che belo muovere queste gambi di legno. Ma perché non ho cominciato a balare quando avevo vostri anni! Ora danzerei come una – Nina pronuncia il nome di un animale volante che non conosco, con tante “b” e tante “r” – e invece sono qui che faccio BUM PUM BUM». Nina mima passi da elefante che solleva polvere dal suolo.

Nel suo paese ha un passato da donna affermata, era una giornalista. Poi è crollato un po’ tutto. Nel suo paese, ha anche un passato da donna tradita.

Ora lavora dalla sua “nonnina”, come la chiama lei. Le vuole bene, dice che è una signora dolce dolce, con le mani fragili fragili. Si spezzerebbero come stuzzicadenti.

Spesso Nina ci porta cioccolatini della sua patria, con le scritte in cirillico. «Tieni» dice con un sorriso, e allunga un sacchetto con dentro cartine luccicanti che fanno croc croc e qualche altro suono simile alla luce sui vetri.

Nina sta ancora imprimendo i passi d’elefante sul pavimento dello spogliatoio. Ha gambe forti, anche se le ginocchia iniziano a cedere. Penso al volatile con tante ‘r’ e tante ‘b’. Il tango ci trasformerà in quell’animale magico?

Nina si stringe la cinghia del cappotto attorno alla vita. «Vi voglio bene» dice, prima di andare.

 

Nina ⇢ storia dopo

Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!

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