Cuori sull’orlo del ballo (Prima parte)

17 Novembre 2018

Lui e lei sono sposati da dieci anni. Tutto bene. Un figlio ancora piccolo, gite al parco, coppia forte. La domenica vanno a pranzo dai genitori dell’uno o dell’altro. Cercano di tenersi liberi, di circoscrivere il lavoro agli altri giorni della settimana. Non sempre lui ci riesce, ma s’impegna. Anche lei s’impegna. Sono complici, non come all’inizio: molto più che all’inizio, perché ora hanno alle spalle tutto il tempo vissuto insieme.
Anche a letto è molto meglio delle prime volte. Prima c’era più impeto, ma ora vince l’attenzione, la meticolosità, la conoscenza di ogni piega di piacere.

Un giorno lei ha trovato un volantino in un bar e ha detto “perché no?”.
Perché no?
Adesso lui e lei vanno a lezione di tango. La domenica sera lasciano il figlio dai genitori dell’uno o dell’altro, posano le scarpe da ballo sul sedile posteriore dell’auto, guidano per un tempo sufficiente a ridere insieme e subito preoccuparsi, e poi ridere di nuovo. Si prendono in giro, cercano di scherzare, qualcuno ha suggerito loro che l’autoironia è terapia. Devono ridere. Non saprebbero come altro fare per ammettere che nel ballo non funziona. Non c’è sintonia. Tutto quello che nel resto della loro vita scatta, lì non scatta.

Roberto, amico di entrambi ma molto più di se stesso, l’ha detto chiaro e tondo, mentre finiva di masticare un tramezzino al brie e lattuga: «Come coppia puoi essere una bomba nella vita ma una schiappa nel tango». I corpi potrebbero non trovarsi. Può essere che improvvisamente non abbiano più un alfabeto comune. Ballo e vita sono due cose diverse. Possono coincidere, ma non sono lo stesso.

Se sei fortunato, ti capita di fare come Lella e Gabri: girano per le milonghe della regione, a volte sconfinano anche, se ne fanno quasi una a sera: partono in moto, arrivano al lago e i loro movimenti sono giochi a incastro. Se li guardi non vedi ballare due persone, vedi un’unica entità che si muove per la pista. Lella e Gabri sono sposati da vent’anni e stanno più dal lato delle eccezioni che della norma.
«Ma poi chi lo sa», ha detto Roberto «magari loro sono di quelli che nel tango vanno a bomba, ma nella vita fanno pena».
“Chi lo sa”, pensa lui mentre parcheggia l’auto fuori dalla scuola. La domenica sera ha qualcosa di ancora frizzante e di già decadente.
A che categoria preferirebbe appartenere, lui? Tango-schiappa e vita-bomba o tango-bomba e vita-schiappa? Al momento gli sembra di rientrare nella prima. Ma ora ha un dubbio. Ha il dubbio che la sua mancata intesa nel ballo con la moglie sia il sintomo di una mancata intesa anche da qualche altra parte. Tango-schiappa e vita-schiappa. Teme che per lui si stiano aprendo le porte di questa categoria.

Quando ha ballato con Linda, invece, è stata tutta un’altra cosa. Le braccia si sono accomodate da sole, il contatto è stato un’immersione, il movimento una scivolata sulla neve.

Funziona così il tango? Da sintomo?
«Non puoi mettere tutto in discussione per un abbraccio» gli ha detto Roberto.
«No, non posso». Ci pensa un attimo. «Non posso, vero?»
Roberto ha scosso la testa. «È che sei all’inizio. Ti abituerai». Gli ha dato una pacca sulla spalla
«Abituarmi a cosa?»
«Abituarti ad avere un corpo che parla a te prima che tu possa parlare a lui». Forse Roberto ha ancora mezza foglia di lattuga tra i denti. Sicuramente un po’ di maionese.

Durante il viaggio di ritorno lui e lei stanno in silenzio. Non provano nemmeno più a fingere di ridere. Neanche questa sera ha funzionato. Lei non faceva che correggerlo e rimproverarlo, lui le pestava i piedi, le slogava la mano e il polso dalla tensione.

E certo, dentro ciascuno si apre un dubbio grande come lo squarcio sul muro dopo il fragore di una bomba a mano. Vita-bomba.
E non è colpa di nessuno. Davvero non è colpa di nessuno. È solo il corpo che parla. E un corpo non può avere colpa per il mero fatto di comportarsi da corpo.

Sarebbe stupido mettere tutto in crisi per le parole del corpo.
E sarebbe stupido mettere a tacere le parole di un corpo.

«Quindi che facciamo?» chiede lui rompendo il silenzio.
Si riferisce al tango o al matrimonio?
Non puoi mettere tutto in discussione per un abbraccio.
Non posso, vero?

 

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