Te lo dico all’orecchio, te lo scrivo sulla schiena

22 Dicembre 2018

Il cuscino è quasi freddo, il riscaldamento si era abbassato per la notte e lei è appena tornata a casa dalla milonga. Forse fuori c’è già luce. No. Si è sbagliata. Non c’è luce. Però non è nemmeno buio.

Ripensa agli uomini con cui ha ballato. Il primo è stato el Cantor.
El Cantor dopo qualche nota inizia a canticchiarti la melodia nelle orecchie. La voce segue una specie di onda, per alcuni secondi è distinta, poi diventa appena un soffio, come un sogno che si sfilaccia. El Cantor sta rivivendo tutto quello che si è sfilacciato nella sua vita e lo balla con te. Può accadere che il ritmo del brano lo prenda più della melodia e allora scannochia, strumpetta, sticchetta, snicchetta una specie di zizic zizic zizic. Produce schiocchi di lingua sul palato e sibili contro l’arcata superiore dei denti. Snocciola olive, fagioli, arachidi, strofina fili metallici su zampe d’insetti, suona il suo ritmo, ballando tutto quello che nella sua vita non è andato a ritmo.

Il secondo è stato el Coreógrafo. El Coreógrafo vuole farti fare i passi che ha carpito dalle coreografie su YouTube. Vuole farti alzare le gambe, lanciare le gambe, volare le gambe. Vuole proiettarti in aria, torcerti in bolei vertiginosi, e poi salti, pose, giri su te stessa. Diventi un ombrello che si chiude e si apre con le stecche squadernate. Al Coreógrafo importa poco dell’equilibrio (tuo, suo, della ronda), ricerca solo l’effetto, ignorando l’immenso effetto che può dare l’equilibrio.

Il terzo è stato el Percusionista. El Percusionista ha spesso mani gentili, ma precise. Mentre balla ti picchietta la musica sul collo, sulla nuca, sulla spalla, sulla schiena, a sinistra della colonna vertebrale, poi a destra, infine su ogni vertebra: sembra che te le conti, che ognuna debba risuonare. Le sue dita possono sfiorare punti da cui partono sensazioni da cui partono pensieri da cui partono sogni. Gli stessi che al Cantor si sono sfilacciati tra le mani.

No. Fuori non c’è luce. Ma non è nemmeno buio.

 

Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!

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