Spiegalo a qualcun altro

8 Giugno 2019

Lo sento già dall’abbraccio che c’è qualcosa di storto, di non rotondo, di impositivo. Stai dritto, ma senza quasi un respiro nel corpo. Lasci andare le prime note della canzone, poi stringi la mia mano come dovessi spremere fuori i semi da un’arancia, al terzo accordo un po’ sostenuto parti per la tua strada.

Non ci lasci nemmeno il tempo di conoscerci, di fare una camminata lenta, di capire se il tuo passo si accordi al mio e viceversa. Cominci subito con un triplo salto carpiato, anche se la musica non lo richiederebbe. Sei un po’ deluso, perché nella sorpresa del momento il mio corpo non è stato in grado di seguirti. Decidi di insistere. Pochi secondi dopo ci riprovi. Il risultato è appena mediocre, meglio di prima, ma ancora non ti soddisfa. Io intanto inizio ad accumulare ansia: quante volte lo rifarai prima di comprendere che non è necessario?

Poco a poco mi trasformi in qualcosa che non vorrei essere. Divento il tuo mezzo d’espressione, il tuo strumento scenografico, è più importante che la mia gamba si sollevi e la gonna faccia un effetto nell’aria. Del cuore non ti importa. Di tutto quel cuore che ci renderebbe veri nel tango, non ti importa.

Per qualche decina di secondi abbandoni l’idea del carpiato. Allora vai di sentada, di ganci e giravolte, poi cunita-volcada-colgada tutto insieme come uno shot di vodka alla pesca da bere in un unico sorso. Fai di tutto, ma proprio di tutto, per tenermi sul filo dell’allerta, fai di tutto perché io non possa rilassarmi e godermela.
Sono sicura che una parte di te ci sta guardando da fuori. Probabilmente pensi che le persone ci stiano scrutando con la bocca aperta e tanta invidia. Ma ti do una notizia. Anche se pensi che siamo stelle, in questo momento siamo solo pagliacci.

Ora pensi di avermi oliata abbastanza, possiamo ritentare il carpiato.
Niente. Non funziona. Una parte di me si oppone.
Allora ecco che lo fai.
Non ci posso credere, ma lo fai.
Fermi il ballo: lì, in mezzo alla pista, tra le altre coppie.
Fermi il ballo e mi dici: «Ok, ti spiego come si fa».

Sai, una volta un maestro (uno che era davvero un maestro) mi ha detto che il tango non lo si spiega, ma lo si vive. Poi ha aggiunto che ci sono almeno due categorie di persone: chi lo balla con gli schemi nella mente e chi con la libertà nel cuore. E un cuore libero è sempre aperto a tornare indietro e immaginare nuove strade.

Il tango si balla (almeno) in due. Fai girare le storie!

Commenti

Hanno lasciato 3 commenti su “Spiegalo a qualcun altro”

    • Credo che ci siano degli approcci sbagliati, ma attenzione, in ambedue le visioni, innazitutto se lui balla con te tu balli con lui, e non tutti hanno bisogno del Ballo, o del Tango, per sentire un cuore, questo e’ un’altra illusione del Tango che ha un limite, si invita una ballerina a fare una Tanda per fare esattamente una Tanda, se si sentisse il bisogno di saggiarne il cuore allora si prende in mano il coraggio e la si invita ad una uscita per conoscerla, una cosa non puo’ sostituire l’altra, ambedue importanti ma diverse.
      Il mondo del sentire esiste e puo’ essere in sostanza bello quando e dove ambedue hanno gli stessi desidera, ma se si guarda una ballerina od un ballerino come una funzione che serve all’egoismo proprio si sbaglia ancor piu’ di quanto puo’ sbagliare un egocentrico del momento, per il semplice motivo che siamo “percorsi”, e non funzioni.
      Ci sono diverse epoche e momenti nei mille modi di ballare che arriva a praticare qualsiasi uomo, donna, ballerino e ballerina, a parte il fatto che prima di dire un Si che non e’ ne scontato e ne obbligatorio forse si dovrebbe capire a chi e non solo di cosa si ha bisogno.
      Puo’ essere bello il creare ed il disegnare la pista con il corpo e suscitando risposte dell’altro corpo, sono modi diversi di vedere le cose, in quel momento, ed anche catalogare un comportamento estrapolandolo dal percorso che rappresenta e’ immaturo, non difendo ne l’uno e ne l’altro comportamento, ma se uno od una non ha voglia di sentire il cuore, ne di sapere, andando in camminata, se si e’ insieme, un motivo ci sara’ o veramemte pensiamo che le cose accadono esclusivamente in funzione solo di quello di cui noi abbiamo bisogno? Anche questo insomma e’ egocentrismo, e dei peggiori in quanto mascherato da codigos, si puo’ esibire insomma mille passi, figure e sequenzine antiTango, ma anche una camminata od un abbraccio, o l’essere semplicemente insieme, dipende dal momento, dal posto, dal partner, dagli stati d’animo, dal percorso, perche’ se andiamo a vedere e’ piu’ anche egocentrico esibire un abbraccio che e’ una cosa intima, visto che in pista ed in pubblico poi alla fine si balla.
      E nel Tango la donna puo’ rifiutare, non tutto ma parte dal poter dire Si o No ad una Tanda e persino al singolo Tango, ma sopratutto a quel Ballerino piuttosto che ad un altro, quindi non ci nascondiamo dietro agli abbracci, perche’ altrimenti ci si abbraccia anche in privato, invece lo si pretende in pista, eppure sarebbe una cosa intima.
      Io credo che la verita’ sia nella realta’, mi spiego, non puo’ essere quello che si pretende un abbraccio od una camm8nata forzati, in quel momento e’ cosi’, e questo e’ profondamente reale, altrimenti non si capisce perche’ certi desidera la Ballerina non riesce mai ad esprimerli con il corpo mentre al Ballerino si chiede con il coro di parlare, la verita’ sta quindi nella realta’ e nell’ascolto, l’ascolto, lui non lo ha e preferisce fare altre cose? Bene,o ascolto, anche quello e’ un bisogno, magari questo lascera’ lui a bocca aperta e la volta dopo che ti invita dara’ tutto se stesso nell’ascolto di chi ha avuto la forza di ascoltare anche l’egocentrismo, si parla con il corpo, e con il corpo la donna puo’ benissimo sia rifiutare che spiegare, invece che parlare o scrivere lamentandosi, ma e’ li il vero difficile, parlare ed ascoltare appunto il corpo proprio e dell’altro/a, partire dai propri bisogni e’ una cosa che ci fa andare insomma al bagno, sono due mondi allo specchio, se non c’e’ ascolto non c’e’ e ci sono i motivi per cui non c’e’, relegare le morivazioni solo al comportamento dell’altro/a e’ abbastanza significativo…
      Anche rifugiarsi nelle Milonghe Milonguere e’ abbastanza illusorio, in realta’ cambia solo la posizione reciproca rispetto all’altro/a, si e’ piu’ attaccati, e se vogliamo la donna ha un parlato piu’ chiato dell’uomo perche’ ne e’ a stretto contatto ma anche ababstanza forzata dal non poter capire altro, ma anche li esistono gli egocentrici, si esibiscono solo cose diverse, mentre appunto, sono daccordo se l’egocentrismo diventa un modo di essere e ballare, in un ballo poi in cui e’ fondamentale l’ascolto, ci sono anche responsabilita’ di Maestri e Maestre, ma mai dimenticare che siamo percorsi e che nessuno e’ una funzione obbligata dell’altro/a…
      Sempre pero’ degustibus…

    • Quando si capisce che non e’ una performance, e riusciamo ad emozionarci entrambi sulle stesse note abbiamo individuato la strada da percorrere, molto piu’ difficile che fare capriole pereche’ devi stare fermo e ballarlo lo stesso magia? a olte si e’ magico entri in quella sensazione infinita che vorresti avere tutte le volte che balli. Abbraccio

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